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QUESTIONE ACQUA: Bel fallimento
Ministro Ronchi !!!
Il comitato per la vigilanza sull'uso
delle Risorse Idriche ha inviato al Parlamento la relazione annuale sui
servizi idrici, come previsto dalla legge. Nell'anno dedicato all'acqua
non poteva venir fuori documento piu' interessante e utile per spazzar
via tanta demagogia circolante. La relazione si riferisce al 1996 e il
quadro che emerge e' quello di avere un vero e proprio disastro nazionale.
"La condizione dei servizi idrici in Italia - si legge nell' introduzione
- non puo' non definirsi deplorevole. Il confronto con gli altri Paesi
Europei ci relega agli ultimi posti." Questo per cominciare. L'industrializzazione
del settore e' l'obbiettivo della legge n°36 del 1994 ma, aggiunge
il rapporto, in Italia l'industria dell'acqua non esiste. Per gli acquedotti
l'unica indagine approfondita e' stata fatta dall'Istat nel 1987. Ebbene,
sono state registrate 23.500 gestioni di acquedotto per una popolazione
servita di circa 51 milioni di abitanti: una cosa abnorme. Peraltro e'
emerso che molti Comuni non hanno acquedotti, ma si approvvigionano ancora
con cisterne, fontane pubbliche etc. . Molte reti sono gestite in modo
misto, con differenze tra le reti esterne e reti interne. La distribuzione
dell'acqua conferma l'esistenza di due Italie. In media nel Centro Nord
un cittadino ha a disposizione 225 Litri al giorno, mentre nel Sud
193 litri. Sulle fognature la relazione afferma semplicemente che non
esistono in Italia indagini ufficiali: si va a caso. Per i depuratori la
situazione e' diversa: l'Istat ha fatto un censimento nel 1993 ma il quadro
che ne e' emerso e' veramente sconsolante: "molti impianti - si legge
- non sono in funzione per gravi carenze di gestione. Trattasi di ben 1236
impianti che rappresentano circa il 13% di tutti quelli esistenti, pari
a 9.806". Nel Meridione, aggiunge il rapporto, non funzione circa il
50% degli impianti costruiti. Un ultima osservazione che parla da sola
viene fatta al termine di questo capitolo del rapporto: "Occorre altresi'
tener presente che agli impianti esistenti o in corso di costruzione sono
stati progettati in assenza della normativa e delle prescrizioni piu' restrittive
dettate dalla direttiva CEE 271/91 e che pertanto dovranno essere adeguati
e ristrutturati alla luce delle nuove disposizioni". Un commento: in
questo anno 1998 che si e voluto dedicare all'acqua vorremmo che il ministro
dell'ambiente, al di la di tante dichiarazioni, perseguisse e portasse
a casa dei risultati concreti proprio nei servizi idrici e nelle infrastrutture
relative: acquedotti, fognature, depuratori. Tutto il resto e verbosita'
inutile. |