GAZZETTA
Notiziario del MOVIMENTO AZZURRO
 
Numero 4 Maggio 1998
 
 
 
  • QUESTIONE ACQUA: Bel fallimento Ministro Ronchi !!!
Il comitato per la vigilanza sull'uso delle Risorse Idriche ha inviato al Parlamento la relazione annuale sui servizi idrici, come previsto dalla legge. Nell'anno dedicato all'acqua non poteva venir fuori documento piu' interessante e utile per spazzar via tanta demagogia circolante. La relazione si riferisce al 1996 e il quadro che emerge e' quello di avere un vero e proprio disastro nazionale. "La condizione dei servizi idrici in Italia - si legge nell' introduzione - non puo' non definirsi deplorevole. Il confronto con gli altri Paesi Europei ci relega agli ultimi posti." Questo per cominciare. L'industrializzazione del settore e' l'obbiettivo della legge n°36 del 1994 ma, aggiunge il rapporto, in Italia l'industria dell'acqua non esiste. Per gli acquedotti l'unica indagine approfondita e' stata fatta dall'Istat nel 1987. Ebbene, sono state registrate 23.500 gestioni di acquedotto per una popolazione servita di circa 51 milioni di abitanti: una cosa abnorme. Peraltro e' emerso che molti Comuni non hanno acquedotti, ma si approvvigionano ancora con cisterne, fontane pubbliche etc. . Molte reti sono gestite in modo misto, con differenze tra le reti esterne e reti interne. La distribuzione dell'acqua conferma l'esistenza di due Italie. In media nel Centro Nord un cittadino ha a disposizione 225 Litri al giorno, mentre nel Sud 193 litri. Sulle fognature la relazione afferma semplicemente che non esistono in Italia indagini ufficiali: si va a caso. Per i depuratori la situazione e' diversa: l'Istat ha fatto un censimento nel 1993 ma il quadro che ne e' emerso e' veramente sconsolante: "molti impianti - si legge - non sono in funzione per gravi carenze di gestione. Trattasi di ben 1236 impianti che rappresentano circa il 13% di tutti quelli esistenti, pari a 9.806". Nel Meridione, aggiunge il rapporto, non funzione circa il 50% degli impianti costruiti. Un ultima osservazione che parla da sola viene fatta al termine di questo capitolo del rapporto: "Occorre altresi' tener presente che agli impianti esistenti o in corso di costruzione sono stati progettati in assenza della normativa e delle prescrizioni piu' restrittive dettate dalla direttiva CEE 271/91 e che pertanto dovranno essere adeguati e ristrutturati alla luce delle nuove disposizioni". Un commento: in questo anno 1998 che si e voluto dedicare all'acqua vorremmo che il ministro dell'ambiente, al di la di tante dichiarazioni, perseguisse e portasse a casa dei risultati concreti proprio nei servizi idrici e nelle infrastrutture relative: acquedotti, fognature, depuratori. Tutto il resto e verbosita' inutile.

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